lo scultore

Angelo Zanelli (San Felice di Scovolo 17 marzo 1879 – Roma 3 dicembre 1942)
E’ stato uno scultore bresciano, Angelo Zanelli, a realizzare in pietra bresciana la parte scultorea più impegnativa del monumento a Vittorio Emanuele II: il grande fregio di 70 metri che sovrasta la tomba del milite ignoto e decora il grande piedestallo della statua equestre del sovrano.
Nato in una famiglia di umili origini che peregrinò fra San Felice, Puegnago, Soprazzocco, Gavardo e infine Salò (sempre in provincia di Brescia), Angelo Zanelli frequentò undicenne la scuola d’arte “Turrini”. Nel 1894 si trasferì a Brescia, dove entrò dapprima in una bottega di ebanista, poi in quella dello scultore Pietro Faitini. Nel 1897, ’98 e ’99 è premiato dalla Scuola Moretto, di cui frequenta le scuole serali.
Nel 1898 vince il concorso per il legato Bozzoni: una borsa di studio triennale che gli consente di frequentare l’Accademia delle Belle arti di Firenze. Nel 1903 vince il Pensionato artistico nazionale che gli consente di trasferirsi a Roma e di frequentare l’Accademia di belle arti di Roma. In questa fase realizza il monumento a Giuseppe Zanardelli (inaugurato nel 1906) per il lungolago di Salò e il busto in marmo di Gasparo da Salò (1906) per il municipio salodiano. Nello stesso periodo esegue un fregio in bronzo di circa 15 metri denominato “Ave vita” per il mausoleo mai realizzato di un magnate nordamericano.
L’ 8 giugno 1908 viene indetto il concorso per il fregio dell’Altare della Patria. Il 19 gennaio 1909 la sottocommissione tecnico-artistica propone alla Commissione per il monumento di dichiarare vincitore il progetto di Zanelli. Il ministro preferisce un testa a testa finale fra il progetto di Zanelli e quello di Arturo Dazzi, carrarese. Entrambi i bozzetti vengono portati alla dimensione naturale in gesso, e presentati nella sede definitiva attraverso un complicato meccanismo di scorrimento dei pannelli.
Il 4 giugno 1911, giorno dell’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II, il modello in gesso che si offre allo sguardo dei presenti è quello di Angelo Zanelli. Solo il 30 novembre 1911, però, la Commissione reale sceglie definitivamente il progetto dello Zanelli per il fregio dell’Altare della Patria: raffigura due grandi cortei che rappresentano l’Amor patrio e il Lavoro che convergono verso la statua centrale della Dea Roma. La realizzazione dell’imponente opera in marmo impegnerà Zanelli ancora per molti anni. Il bassorilievo è diviso orizzontalmente in tre filari sovrapposti alti rispettivamente (partendo dal basso) 1.68 metri, 2.25 metri e 1.36 metri: i primi due filari sono formati da 13 massi a destra e 12 massi a sinistra per i primi due filari, e da 11 massi per parte l’ultimo filare.
La statua centrale della Dea Roma, inaugurata il 25 aprile 1925 (Natale di Roma), è un monolite alto 5,65 metri, del peso di 39 tonnellate.
Nel dopoguerra Zanelli realizza monumenti a ricordo dei caduti a Imola, Salò, Tolentino, ma anche grandi opere per il municipio dell’Avana e per Santo Domingo.
Nel 1929 entra a far parte della prestigiosa Accademia di San Luca di Roma. Nel 1938, con una solenne cerimonia in Campidoglio, gli viene conferito il “Premio Mussolini” come maggiore scultore italiano. Nel 1939 viene nominato Accademico d’Italia.
m.t.