la storia del monumento
L’Altare della patria
La storia del monumento
Il monumento a Vittorio Emanuele in Roma venne inaugurato, alla presenza della famiglia reale e dell’allora presidente del consiglio dei ministri Giovanni Giolitti, il 4 giugno 1911.
Il più grande monumento nazionale, inaugurato in occasione del 50° dell’Unità d’Italia, celebrava “Il re galantuomo” morto il 9 gennaio 1878 e venne definito anche Vittoriano. La parte centrale del monumento, dove il 4 vovembre 1921 venne creata la tomba del milite ignoto, assunse il nome di “Altare della patria”, che ben presto connotò l’intero monumento.
La storia dell’Altare della patria è indissolubilmente legata a Brescia, e in particolare ai comuni di Botticino e Mazzano, sede delle cave da cui venne estratto il marmo utilizzato per il monumento, e di Rezzato sede delle imprese che fornirono al governo italiano il materiale lapideo.
La prima proposta di legge per erigere un monumento nazionale a Vittorio Emanuele II venne approvata già nel 1878: l’iter venne seguito dall’allora ministro dell’Interno, il bresciano Giuseppe Zanardelli. Vennero banditi due concorsi di idee per la scelta del progetto: il primo, nel 1880, alimentò le proposte più bizzarre e stravaganti. Il secondo, nel 1882, si conclude il 28 giugno 1884 con la scelta del progetto del conte Giuseppe Sacconi (1854-1905), marchigiano.
La posa della prima pietra avvenne il 22 marzo 1885.
Il progetto dovette misurarsi con grossi problemi di natura statica, costruttiva, architettonica, e subì numerosi rimaneggiamenti, il più importante dei quali venne approvato il 4 giugno 1890.
Tutto ciò dilatò i tempi di realizzazione e i costi del monumento, che finì per costare 30 milioni di lire rispetto ai 9 inizialmente previsti.
Dopo la Roma degli imperatori e la Roma dei papi, la terza Roma – la capitale del nuovo stato unitario – ha trovato nel Vittoriano il monumento-simbolo capace di eguagliare, per ambizione e dimensioni, il Colosseo e San Pietro.
L’apertura di via dei Fori imperiali, avvenuta il 28 marzo del 1933, ha fatto del Vittoriano il punto di snodo di parate, cortei, manifestazioni.
L’Altare della patria in un secolo di vita è diventato il fulcro di celebrazioni pubbliche, scenografia universalmente nota, elemento dell’identità nazionale, icona dell’Italia.